La solenne rappresentazione, diretta da Marino Massarotti, s’intreccia di recitazione, musica e coreografie coinvolgendo più di settanta persone tra attori, musicisti, coristi, comparse, ballerini. Il testo e buona parte delle musiche sono originali: «Ho voluto ricostruire – spiega Marino Massarotti, che è anche autore del testo e in scena interpreta il Tommasino – l’atmosfera che ha accolto quegli eventi che sfidavano ogni umana comprensione, gli stupori, gli entusiasmi, le storie particolari. C’è il carro degli appestati e la madre che vi depone la figlia morta, c’è una battaglia d’armigeri, c’è la festa di popolo per la fine della pestilenza, c’è la Madonna che versa l’acqua di cielo attinta da un angelo; attorno alla fonte miracolosa 12 bambini “portatori di luce” vestiti di bianco si raccoglieranno in preghiera con un cero in mano. Verranno letti anche i testi di alcuni ex voto: uno in particolare è di un padovano scampato alla battaglia di Lepanto».
La ricerca di Giacomo Filippo Tomasino edita nel 1644 rappresenta il primo e più importante documento che illustra quanto tradizionalmente tramandato sulla apparizione della Vergine a Monteortone nel 1428, evento miracoloso che diede origine al Santuario e all'annesso convento prima agostiniano e ora salesiano.
Da quasi seicento anni, dunque, la devozione popolare e l'attrazione esercitata da questo luogo di preghiera su fedeli provenienti dalle più lontane contrade sono vive più che mai, non solo per il loro alto significato di fede mariana, ma anche per la storia ricca di spunti e di ricordi indelebili che si intrecciano con le vicende passate della nostra regione.
Oggi, in seguito ad accurate ricerche, possiamo affermare che l'evento miracoloso avvenne il 28 maggio 1428. Quest'anno si festeggia, per la prima volta, l'anniversario dell'avvenimento.
Un gruppo di appassionati fedeli, ispirati all'antico scritto, in collaborazione con realtà e associazioni vicine, ha voluto tentare una impresa per certi versi assai complessa, culturalmente impegnativa e mai prima d'ora progettata: raccontare quanto è avvenuto e restituire per una sera l'atmosfera di quei giorni lontani, con i suoi stupori, i suoi entusiasmi e le sue manifestazioni di fede di fronte ad un avvenimento di Sfida alla umana comprensione come è stato per i nostri progenitori quel fatto miracoloso. La testimonianza di centinaia e centinaia di ricordi votivi rende ancor oggi di grande attualità la dimensione umana del fenomeno religioso.
La partecipazione a questa ricostruzione teatrale è stata così generosa e l'entusiasmo degli attori, dei figuranti e delle comparse si è rivelato così stimolante che, in questi tempi dove la gente sembra ritrarsi in un limbo di disinteresse e disimpegno religioso e culturale un intervento dall'Alto non ci sentiamo di escluderlo del tutto.